La stagione appena finita ti ha visto grande protagonista contro il Trapani. Sei contento di quanto fatto?
Sì molto contento, perché il mio obiettivo era fare un campionato finalmente da protagonista. Il Trapani mi ha dato fiducia e partita dopo partita ho acquisito personalità e sicurezza. Sono contento delle trenta presenze. Avevo già sprecato troppo tempo.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Ora penso a godermi queste vacanze (ride). Per il futuro dovrò parlare con il Toro. Petrachi aveva scelto di mandarmi in prestito a Trapani e si è rivelata una scelta vincente, quindi ho totale fiducia nella dirigenza. Se mi dicono di tornare a Torino sarò ben felice, ma allo stesso modo se si opterà per un altro prestito non mi opporrò. L’importante è che io continui su questa strada senza fermarmi più. Voglio ritornare a Torino quando avrò la possibilità di giocarmi un posto da titolare. Deciderà la dirigenza se sarà nella prossima stagione o in futuro.
Il Toro ha terminato al nono posto il proprio campionato. Che voto dai alla stagione dei granata?
Io darei un bel 8. Hanno fatto una bellissima stagione e, cosa ancora più importante, hanno fatto emozionare tanta gente. La vittoria al San Mamés è stata da brividi, così come il ritorno contro lo Zenit, in cui il Toro ha dimostrato di potersela giocare alla pari con tutti. Anche in campionato c’è stato un ottimo cammino, soprattutto nella seconda parte di stagione.
E il derby?
L’ho seguito negli spogliatoio dopo la partita di Modena. Il mister ci ha permesso di vederlo, dal momento che avevamo già raggiunto la salvezza. Quando ho visto entrare il pallone di Quagliarella non ci credevo, ho pensato subito che era l’anno giusto per ritornare al successo. E’ stato il coronamento di una grande stagione e vincere davanti a tutto quel pubblico è stato doppiamente bello. Anche Aramu ha esultato con me nello spogliatoio e devo dirvi che anche mister Cosmi era contento.
Chi è stato per te il miglior giocatore di questa stagione?
Darmian ha fatto una stagione strepitosa, ma non è una sorpresa: ha sempre fatto la differenza anche quando era in Serie B. La vera sorpresa è stato Glik, che è stato protagonista di un’annata eccezionale, sopra ogni previsione. Non ha sbagliato nulla ed è stato decisivo anche nelle partite più importanti trascinando la squadra a traguardi impensabili.
Il Toro dovrebbe confermarli entrambi?
Deve essere Ventura a decidere, perché è stato lui a volerli a Torino, dal Palermo. Il mister è l’unico che può veramente capire se è il momento di privarsi di questi giocatori o no.
A inizio anno l’alternanza tra Gillet e Padelli può aver condizionato il rendimento dei due portieri?
Per chi è abituato a giocare sempre titolare non è facile ritrovarsi in panchina. Conosco bene entrambi e so che sono amici, ma alla lunga un portiere vuole giocare e fare il bene della squadra. A gennaio la società ha deciso di puntare su Padelli ed è stata una scelta giusta per quanto fatto vedere nella prima stagione. Un bel gesto di riconoscenza.
Un errore come quello di Empoli quanto è difficile da superare psicologicamente?
Gli errori dei portieri sono sempre enfatizzati in maniera maggiore e, per questo motivo, non è affatto facile superare uno sbaglio come quello commesso da Padelli. Si ricorda solo l’errore e non tutte le parate fatte prima e dopo. Nel derby, per esempio, è stato eccezionale.
Le pressioni, quando si gioca in porta, sono tante e a maggior ragione in una piazza come Torino. Padelli ha dimostrato grande maturità e forza d’animo.
Per te che sei cresciuto nel Torino, cosa rappresenta per te la maglia granata?
Per noi ragazzi che siamo cresciuti nel Toro, vestire questa maglia ha un’importanza particolare. I tifosi vivono in maniera speciale la squadra e quando hai l’opportunità di giocare in prima squadra senti una grande responsabilità e allo stesso tempo un grande privilegio.
Ringrazio e ringrazierò sempre Trapani, perché mi ha dato l’opportunità di giocare da titolare e di rilanciarmi. Devo tutto a questa città, ma Torino rimane sempre casa mia e non potrei che desiderare di ritornare, un giorno, a vestire la maglia granata.